
12/10/2011 - CATANIA- Collaudato un nuovo impianto di biostabilizzazione della frazione umida da pre-selezione meccanica di RSU.
Dopo circa due anni di lavori è stato ultimato uno dei più grandi impianti di biostabilizzazione attualmente funzionante in Europa; l'impianto, infatti, autorizzato dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente con D.R.S. n. 1004 del 01/10/2009, è in grado di trattare, a regime, oltre 315.000 t/anno di frazione umida derivante dalle operazioni di triturazione e selezione di R.S.U. indifferenziati.
Alcuni dati salienti dell'impianto:
1. Superficie totale: 36.000 mq;
2. Superficie destinata al trattamento: 12.800 mq;
3. Sistema di trattamento: cumuli statici aerati (aie);
4. N. totale di aie: 60
5. Volume delle singole aie: circa 550 mc;
6. Durata media del trattamento: 25 ÷ 30 giorni.
L'impianto è stato realizzato nel territorio del Comune di Catania, in contrada Codavolpe, all'interno di un vasto comprensorio industriale di proprietà della Sicula Trasporti s.r.l., dove è stato realizzato anche un impianto di trito-vagliatura e selezione di R.S.U. con una potenzialità media di trattamento di quasi 180 t/h di rifiuti indifferenziati e sono presenti diversi impianti di discarica (alcuni in esercizio, altri già in fase di post-esercizio), sempre di proprietà Sicula Trasporti s.r.l., ormai da anni impresa leader nel settore del trattamento e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani.
L'impianto è stato inoltre positivamente collaudato, in data 12/10/2011, da tutti gli Enti pubblici preposti: Provincia di Catania, Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ed ARPA. La Owac s.r.l. ha curato sia la progettazione che ladirezione dei lavori.
Breve descrizione del processo
Il conferimento della frazione umida avviene tramite automezzi, i quali provvedono a scaricarla all’interno delle aie di stabilizzazione; una volta riempita, l’aia viene ricoperta, in maniera del tutto automatica, con telo traspirante Gore-Tex® per un periodo medio di circa 25 giorni, durante i quali, a mezzo di un processo di insufflazione d’aria a temperatura, umidità e ossigeno mantenuti costantemente sotto controllo tramite sistema informatizzato, avviene la digestione aerobica della sostanza organica.
Alla fine di tale periodo il rifiuto compostato viene prelevato dai cumuli ed avviato, tramite automezzi, in discarica per poter essere utilizzato come materiale di ricopertura giornaliera dei rifiuti in ottemperanza alle normative vigenti, in quanto ne è stato abbattuto l’indice respirometrico (grado di attività biologica) e non ha più rilasci di percolato o di effluvi maleodoranti. Il rifiuto stabilizzato, infatti, è del tutto privo di sostanza organica putrescibile; esso quindi non fermenta (cioè non produce cattivi odori) e non è suscettibile di produrre percolato. Inoltre la permanenza per oltre 3 giorni ad oltre 55°C garantisce l’impossibilità che si sviluppino larve ed insetti e microrganismi patogeni. Il materiale ottenuto risulta così igienizzato.
Ogni aia di stabilizzazione è dotata, per il controllo dei parametri di processo, di:
- canaline in acciaio per la distribuzione dell’aria, con funzione di raccolta dei percolati prodotti durante il processo;
- ventilatore per l’insufflazione forzata dell’aria durante il processo di biostabilizzazione (potenza massima 5,5 kW, prevalenza 300 mm di colonna d’acqua, portata massima 6.000 Nm3/ ora);
- sonda di rilevamento per il controllo della temperatura all’interno del cumulo (mantenuta costante intorno a 55 – 60 °C);
- sonda per il controllo dell’ossigeno all’interno dei cumuli;
- placche metalliche per il controllo dell’umidità all’interno delle aie (mantenuta su un valore di circa 60[[[[%]]]]).
Punti di forza della tecnologia utilizzata sono:
- elasticità del sistema: è possibile operare con efficacia su tipologie di rifiuti di composizione variabile durante l’anno senza peraltro introdurre alterazioni significative del sistema;
- controllo spinto del processo: è necessario assicurare un controllo rigoroso delle diverse fasi di trasformazione e lavorazione mediante rilevamento puntuale di parametri chimico-fisici sicuri ed affidabili;
- accelerazione delle diverse fasi: il percorso di biotrasformazione richiede tempi sensibilmente variabili in funzione delle modalità operative; poterli ridurre senza alterare l’efficacia del processo e la qualità del prodotto finale è sicuramente obbiettivo primario, soprattutto per gli evidenti benefici economici conseguenti;
- minimizzazione degli impatti ambientali: ogni attività antropica, in particolare legata alla gestione di rifiuti, determina necessariamente turbative sull’ambiente circostante, nel caso specifico di un processo di biostabilizzazione o di compostaggio, il punto notoriamente più delicato è rappresentato dalle possibili emissioni in atmosfera. Adottare modalità operative in grado di garantire un totale controllo di tale problema costituisce un motivo di “eccellenza” assolutamente apprezzabile.
- economicità del trattamento: garantire un contenimento dei costi è un obiettivo normalmente ottenibile solo lavorando su grande scala, ciò peraltro diventa difficilmente compatibile con esigenze ambientali. Mantenere un buon livello di economicità complessiva operando su impianti medio-piccoli impone risparmi sull’impegno di risorse quali: energia, personale, spazi, smaltimenti residui, ecc.
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